venerdì 28 gennaio 2011

La vita non è un film porno!

Stiamo tornando da una festa. E' venerdì sera.


Il Malva è tutto preso bene perché ha parlato per dieci minuti con questa tipa. E io ho un bruttissimo presentimento a riguardo.
Si sta già preparando una bella filmografia con la quale tormentarmi tutta la settimana.


Continua a ripetermi che è un cazzo di genio per queste cose.
L'idea di imbucarci era sua, ecco spiegata l'euforia.

"Hai visto o no?" Mi fa, tutto su di giri.
Io lo guardo distratto e penso che sono stanco morto. Sono le tre.
"Quella, tempo un mesetto e me la smolla."
Classico.
"Poi è una strafuori. Artista. Una gnocca paura!"
"Ti ha dato il numero?"
"No. Ma non vuol dire un cazzo."
"No, no. Infatti." Voglio solo arrivare a casa.
"Adesso con facebook e robe varie non ce n'è bisogno."
"Come si chiama?"
"Maria. Che, tra parentesi, mi eccita anche solo per questo. Maria. Sexy."
"Mmm. Maria e poi?"
"Boh."
"Come boh? E come farai a beccarla?"
"Minchia, oh! Facebook, no?"
"Oh certo, saranno solo duecento milioni di risultati."
"Mavvà, dai." Ma si profila un'ombra sul volto del Malva. Leggera, ma c'è.
"Essì eh! Già solo scremare i latino americani sarà un'impresa!"
Ora avverto sentimenti contrastanti.
"Ai latini non ci avevo pensato..."
"E poi, scusa, metti che ha un nome diverso. Uno pseudonimo."
"Pseudo?"
"Uno pseudonimo. Un nickname. Hai detto che è una tipa estrosa, colorata. E' probabile, no?"
"Dio..."
"Non è certo, eh. Chi lo sa?"
"No, figa, è probabilissimo invece. E' fuori, quella!"
La paura. Sul volto del Malva, la paura.
"Vabbè dai, tu prova, lo stesso. Magari in realtà è più facile di quello che pensi."
"No, no. E' finita, cazzo. La stronza."
"Ma no!"
"Che puttana! A fare tanto la simpatica e poi..."
"Ma dai!"
"Massì, cristo! Te la piazzano lì e poi si tirano indietro! Per cosa poi? TROIE!"
"Dai, stai calmo, Malva. Vedrai che la ribecchi!"
"Calmo un cazzo, calmo! Mi sono rotto di essere preso per il culo."
"Vabbè ma scusa, ci hai parlato dieci minuti."
"Lascia perdere Ricky. Lascia stare."
"No, ma intendo, magari stava solo davvero parlando. Due chiacchere. E' normale."
"Mavvaccagare, va'! E secondo te una viene lì, solo per parlare?"
"Sì, Malva! La vita non è un film porno, anche se spesso lo prendiamo nel culo!"
"Che cazzo c'entrano i porno, adesso, oh?"
"Ma no, è che la stai mettendo giù un po' dura, secondo me."
"Ah, scusa! Perché tu non ti prendi male mai!"
"No, checcentra?"
"No, dimmi!"
"Dimmi che?"
"Dimmi dimmi."
"Ma cosa?"
"Come ci hai visti insieme?"
Il Malva mi stringe per un braccio. Siamo in mezzo a un incrocio.
Che palle! Mi viene da piangere.
"Insieme?"
"Sì, cazzo! Come sembriamo da fuori?"
"Malva. Non ti sei manco presentato."
"Eh allora? Dai, che impressione davamo?"
"Mancava solo l'ascensore."
"Eh?"
"Massì, dai. Due passanti."
"No, Ricky! Mi dispiace. Non ci capisci proprio un cazzo di donne."
"Ok..."
"No, mi spiace. No, no."
"Va beh, no. Avrò visto male, va bene?" Ebbasta Malva.
"No, non hai proprio visto un cazzo!"
"Ok, non ho visto un cazzo."
"PUTTANA!!"
Io comincio a guardarmi intorno. Non c'è nessuno.
E fa che continui a non esserci.
"Che baldracca! Mi ha rovinato la serata."
"Mi dispiace, Malva."
"Se vado a letto incazzato poi non mi addormento più."
Ahi...
"Andiamo al kebabbaro?"
Fine. Giuro, non ho più sonno. Non ha più senso averne. Credetemi.
"No, Malva. Zero. Sono a pezzi."
"Dai vecchio! Ne ho bisogno. Non posso andare a letto incazzato."
"E devi scazzare anche me, quindi?"
"Maddai Ricky. Facciamo un salto. Mi tiri un po' su."
Cristo, ma perché?
"Dai Ricky, dai!"
"Ufff. Cheppale!"
"Dai, cambiamo argomento. Chi era la negretta che hai salutato prima?"
Cambiamo argomento? Ma prende per il culo?
"Chi?"
"Massì, dai! La tipa tutta afro."
"Oddio, non mi ricordo."
"Beh, figa no?"
"Sì, carina!"
"No, no, proprio una bella brogna!"
Il Malva è un inguaribile romanticone. (n.d.r.)

"FERMI STRONZI!!"

Guardo il Malva. Che ha detto? Allora, forse, ci siamo. Forse è impazzito per davvero 'sta volta. Non posso dire di essermi preparato a dovere, ma avevo da tempo preventivato questa possibilità.
Il Malva guarda me. Muto. Con un sopracciglio alzato. E' voltato verso di me, con la sua faccia tutta storta, ma non guarda proprio me. Direi piuttosto dietro di me.
Seguo il suo sguardo spento, da cane da punta. Mi giro.
C'è un tizio. A una decina di metri, che si avvicina. E tiene un coltello in mano.

"FERMI STRONZI!!"

Di nuovo. E 'sta volta posso associarci un paio di labbra che sbattono.

"Datemi tutto."

Io non ho ben realizzato ancora. Ma qualcosa, dentro di me, mi fa prendere il portafoglio.
Sono lì con il borsello in mano. Zitto.
Il Malva mi ferma con un braccio e poi impazzisce:

"No! Anzi, vediamo che cos'hai!"

Fisso il Malva, pietrificato. E sento l'impulso irrefrenabile di maledirlo con tutta la sua gente.

Il rapinatore rimane interdetto. Come dargli torto?
Il Malva lo fissa con la stessa espressione di cui sopra.

Quello agita un po' il coltello. Ma il Malva manco lo vede.

"Cosa?" Fa il tizio, un po' meno sicuro di prima.
E il Malva, tranquillissimo, che manco in un salottino di Oxford.
"Ho detto, no, stronzo. E facci vedere che cos'hai."

Volevo gridare: no, faGLI, faGLI vedere che cos'hai. Io non c'entro un cazzo!

Il Malva allunga una mano, come per ricevere un presente. Gliela avrei tagliata, in quel momento, giuro!

Il tizio fa un passo indietro.
Il Malva fa un passo avanti.
Io pianto le radici più profonde mai viste sul pianeta.

Poi quello si gira e corre via. E torno a riconoscere i dettagli della mia città.

Il Malva, allora, si gira e mi fa, sempre con quell'aria da club inglese:
"...finocchio..."

A quel punto espolodo.

"Sei una merda!"
"Eh?"
"SEI UNA MERDA!!!!!"
"Cazzo ho fatto?"
"Mi sono visto affettato sul marciapiede, ecco che hai fatto!"
"Non stai bene!"
"Non sto bene..." Certo. Che faccio? Chiamo subito la neuro?
"Non è successo niente, mi sembra."
"Malva. Tu non sei a postissimo."
"Ricky, 'sta volta, mi sa che quello un po' così sei tu."

Il Malva si gira e si incammina. Io resto lì un secondo. Il tempo di sfrondare tutte quelle radici che mi ingessano dalla vita in giù.

Il Malva si volta ancora verso di me, un po' sorpreso.

"Non vieni? Guarda che alle quattro chiude."

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